Le Marche aprono al workation. Abruzzo, non aspettare troppo

di Vittorio Pace


Lo scrivemmo qualche settimana fa: una nuova vita per i borghi potrebbe arrivare dallo smart working associato al turismo (il link dell’articolo: www.stellecampestri.it/si-scrive-workation-si-legge-lavorare-in-vacanza). La parola è WORKATION. Cioè, lavorare (work) in vacanza (vacation). Ebbene, i nostri vicini di casa, le Marche, si stanno adoperando per creare un sistema di accoglienza che possa coniugare le esigenze di relax con quelle lavorative dell’era Covid. Il tutto all’interno dei villaggi e dei borghi antichi. Il nome del progetto presentato dal presidente della giunta regionale Francesco Acquaroli è tutto un programma: “Resilienza e innovazione: il modello Marche“. Come dire, dalle difficoltà del momento si può e si deve migliorare, adattandosi e aggiornandosi alle nuove richieste di mercato. E il mercato oggi richiede la possibilità di connettersi da remoto per poter procedere con la propria attività lavorativa, seppur da un’altra e più vacanziera location.

“Questo trend potrebbe essere una risorsa aggiuntiva – ha spiegato il presidente Acquaroli – per questo stiamo ragionando sui borghi digitali” . I borghi storici delle colline marchigiane, ha ricordato, sono al centro del progetto di un circuito turistico “che va costruito in maniera circolare” anche ai fini della destagionalizzazione e del superamento del gap tra entroterra (“penalizzato anche dal sisma”) e costa: “nelle Marche in 35-40 minuti si può andare dagli Appennini al mare”, godendo della varietà di elementi attrattivi che si possono trovare: “paesaggio, beni culturali, enogastronomia”.

Insomma, la ricetta è la stessa che si potrebbe applicare nel nostro Abruzzo che dal punto di vista paesaggistico e dei borghi non ha nulla da invidiare alle belle Marche. Dunque, non aspettiamo troppo. E’ tempo di muoversi con progetti concreti legati alla diffusione della banda larga e di offerte al passo con i nuovi (e stimolanti) tempi!